venerdì 17 marzo 2017

La Grande Bellezza… O forse no?


Il 2017 è l’anno di svolta della Formula 1: cambio di proprietà – addio a Bernie Ecclestone, spazio a Liberty Media – e cambio di regolamenti, con quest’ultimi che hanno portato le vetture del Circus ad abbellirsi, con un design accattivante e approvato da tutti gli addetti ai lavori, appassionati compresi; ma non è che lo sono perché abituati a un periodo di “bruttezza”?

In questi ultimi anni sono nate molte pagine riguardanti il calcio degli anni che furono – un esempio su tutti è “Serie A – Operazione Nostalgia” – e non manca un esempio formulistico italiano, rappresentato da “Il Pilota Nostalgico”; All’interno della pagina vengono pubblicate foto o video del periodo degli anni ’90 e dei primi anni del nuovo millennio, quando la Formula 1 viveva un periodo vivo e pieno di passione. La crescita della pagina è sempre più in aumento col passare del tempo e fra poco sorpasserà la soglia dei 100.000 “mi piace”: questo non indica che le persone rimpiangono il passato?

Con il passare del tempo il campionato ha perso molto appeal, così come le vetture che hanno visto la comparsa delle “ali giganti” e delle pinne nel 2009, lo scalino nel 2012 e dei “peni” nel 2014; tanti sono stati i “meme” e le parodie al riguardo.

A parer mio, se oggi vediamo queste nuove monoposto con ammirazione la colpa è solo a questi anni trascorsi a vedere degli obbrobri correre nelle piste del calendario; inoltre, le vecchie monoposto son ben più belle visivamente per pochi – ma importanti – elementi. Andrò ad elencarvi cosa è andato perso nel tempo:

  • Ala anteriore: comparse sul finire degli anni ’60, l’ala anteriore ha un ruolo fondamentale nella stabilità e nell’aderenza di una vettura; è un elemento semplice che, fino ai primi anni 2000, si presentava come una lamiera dritta, larga meno delle gomme e con degli elementi verticali laterali. Tra il 2001 e il 2008 si è via via complicata e curvata, accumulando tanti (ma troppi) elementi, perdendo poi la sua natura col cambio di regolamenti che l’hanno portata ad essere larga quanto la vettura, facendo storcere troppo il naso.
Ala anteriore della Ferrari F2000 del 2000. Notasi la semplicità della sua composizione.

  •  Musetto: sono la punta della vettura che, stranamente, si è sempre più allargata, alzandosi dal basso e provocando proprio lo “scalino” e successivamente i “peni”; attualmente quest’ultimi sono rimasti, ma quant’erano belle una volta?
Il caratteristico musetto della Jordan con lo squalo, qui nella EJ10 del 2000.

  • Passo della vettura: quanto sono lunghe le nuove Formula 1? Sicuramente più di quelle dello scorso anni. Troppo a parer mio per una monoposto, che preferisco più compatta. Piccole e veloci erano quelle della scorsa decade, più leggere rispetto a quelle attuali.
La McLaren MP4/15 vista di profilo; notare il suo passo corto e compatto rispetto alle vetture attuali.
  •  Cofano motore: una copertura a piramide su base triangolare; niente di più semplice direte voi, eppure i team hanno voluto introdurre le pinne – inguardabili.
La Jaguar R2 vista dal posteriore.

  •  Ala posteriore: altro elemento portante per l’aerodinamica, non ha visto molti cambiamenti nel corso degli anni se non per un dettaglio: la riduzione della sua larghezza, poi fortunatamente allargata quest’anno.
  • Livrea: non è uno scandalo se la Force India ha scelto il colore rosa, in una Formula 1 che propone delle livree banali e che rendono le vetture tutte simili. Un tocco di classe è stata la Renault lo scorso anno col suo “total yellow” o la McLaren quest’anno con l’arancio, ma molte arricchiscono la colorazione con elementi pressoché inutili. Quanto era bella la Benetton completamente azzurra? O la stessa McLaren bianca-nera e una punta rossa?
La semplice ma bellissima livrea della Stewart SF01.
A conclusione di tutto, il semplice affascina così come il passato e la Formula 1 procede verso il futuro, migliorando sotto il punto di vista estetico ma non tenendo d'occhio cosa è avvenuto in passato. Il Circus è sì bello, ma non quanto si possa credere.

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