Non è passato inosservato il promo della RAI per il Giro d’Italia
di quest’anno, che scatterà domani dai Paesi Bassi. Il tanto chiacchierato
spezzone mette a confronto il motociclismo e, appunto, il ciclismo, elevando
quest’ultimo nella vetta. La cosa ha fatto storcere il naso un po’ a tutti gli
appassionati delle due ruote (col motore), animando anche molti esperti del
settore.
Non facciamo giri di parole e andiamo diretti al punto: lo
spot è assolutamente ridicolo e vergognoso, sporcando sia l’immagine dei
cavalieri su due ruote che quella dei corridori che intraprenderanno il viaggio
per tutta la penisola. Il ciclismo è tutta un’altra cosa: tipo di gara
differente, mezzi diversi e molto altro ancora che rende le due discipline
inconfrontabili.
Si cita nella pubblicità che i ciclisti sono senza tuta,
ragazza con l’ombrellino, tifosi seduti comodamente in tribuna e che corrono
incondizionatamente dal meteo che si ritrovano nel percorso. Se vogliamo
proprio analizzare il tutto, i motociclisti hanno il bisogno della tuta,
altrimenti possono dire addio a qualche parte del corpo o alla vita; i tifosi
manco son molto più vicini ai loro idoli di quanto si creda e se avessero le
doti di correre a piedi ai 300 all’ora sarebbero sempre al loro fianco. Infine,
vorrei ben vedere qualcuno correre alla velocità citata prima con una
superficie pari ai campi di calcio saponato (e ci è scappato anche il morto
qualche anno fa).
Il ciclismo è uno sport bellissimo e affascinante, però
evitiamo di paragonarlo a qualcosa che non centra assolutamente nulla. Alla
fine chi ne esce peggio è lo sport che si voleva elevare a superiore ed è un
peccato che la RAI non l’abbia capito. Forse l’avrà fatto perché ha perso in
buona parte anche la Formula 1 per colpa di Sky, detentrice del Motomondiale?
Chissà…