sabato 4 giugno 2016

Quando Monte Carlo era Monte Carlo



Pochi sono i circuiti che rimangono nell’immaginario degli appassionati e pochi sono quelli che, col passare del tempo, son rimasti nel calendario di Formula 1; uno di questi è sicuramente il circuito di Monte Carlo, dove si corre ogni anno il prestigioso Gran Premio di Monaco.

Si corre fin dal 1929 - al tempo dell’epoca d’oro del Grand Prix – e, salvo qualche pausa, si è sempre disputato. Al giorno d’oggi il Principato è considerato il circuito più difficile e l’appuntamento più glamour del Mondiale. Ogni anno si presentano molti personaggi famosi e la gara diventa più una passerella che un evento sportivo. Eppure un tempo non era così.

Monte Carlo era considerato un week-end come un altro, col fascino di una corsa cittadina dove contava chi non avesse paura e chi sapesse destreggiarsi tra i guard-rail, marciapiedi e i lampioni a bordo strada. C’era più spazio per parlare di motori e non di feste, spettacolo o altro. Certo, è sempre comunque stato presente, ma a livelli minori di quanto accada ora.

Se attualmente il Gran Premio di Monaco non ha un senso come corsa riservata alla Formula 1, un tempo era spettacolare e con ampie possibilità di sorpasso. Una serie di fattori hanno portato il Circus a ritrovarsi in questo stato, come la lunghezza delle vetture, la sicurezza che ha sempre più ristretto il tracciato, le nuove costruzioni della città (vedasi il tunnel o la piscina) e molto altro.

Osservando diversi video on-board si può notare come sempre più la carreggiata diminuisca. E’ dunque sbagliato dire che è un circuito stretto fin dall’alba dei tempi?


Anche i sorpassi sono fattibili. Giancarlo Fisichella ci da una dimostrazione:



Dove voglio arrivare con questo articolo? Semplice: se Monaco è attualmente molto criticata la colpa va solamente alla Formula 1, con un regolamento tecnico che è abbastanza imbarazzante e le sempre più restrittive misure di sicurezza, che hanno rovinato questo gioiello del Mediterraneo e che ora è solamente un banale Gran Premio privo di emozioni.