sabato 30 aprile 2016

Top Gear Italia, la comicità motoristica in salsa italiana


I conduttori di Top Gear Italia. Da sinistra: Joe Bastianich, "The Stig", Guido Meda e Davide Valsecchi.

Quando uscì la notizia che ci sarebbe stata una versione di Top Gear Italia rimasi spiazzato e, allo stesso tempo, turbato. E' difficile poter eguagliare le gesta del programma originale, anche perché James, Richard e Jeremy sono considerati dei semi-dei in tutto il mondo. Abbiamo già visto la versione statunitense (carina ma non eccezionale) e quella australiana (deludente), mancava solo di vedere quella coreana che, ebbene sì, esiste.

Dopo aver visto le sei puntate che compongono la prima stagione ho avuto il piacere di cambiare idea. La versione nostrana si è rivelata divertente, spiritosa, anche se ha dimostrato molti limiti – e ci può stare essendo la sua prima volta. La scelta dei conduttori è stata perfetta: Guido Meda è amato dal pubblico italiano e ha quella giusta dose di “pazzia” per poter prendere il ruolo di capitano; Joe Bastianich è già noto per Masterchief Italia e ha una certa esperienza nel condurre e nel far divertire, oltre a essere un appassionato d’auto d’epoca. Infine, Davide Valsecchi prende la figura del torno che gli calza a pennello ma risulta essere una figura giovane e carismatica.

Le prove sono originali e interessanti, anche se non c’è stata quella presa di rischio e che fa sembrare il tutto abbastanza tranquillo; ad esempio, nella prova della papamobile non si è vista la parte di creazione della vettura da parte dei tre, che avrebbe reso il tutto molto più vero e, soprattutto, avrebbe dato un’anima più casareccia.

Molte battute sono risultate piccanti e ben fatte, senza copiare lo stile dell’humor britannico. Si vede che è ancora tutto molto meccanico e poco disinvolto, soprattutto in Davide che deve imparare molto sul ruolo di conduttore.

In breve, Top Gear Italia vince e convince il pubblico, soprattutto i supporter della versione originale e gli appassionati di motori della penisola. Sei puntate fanno mantenere ancora alta la voglia di vedere altri episodi e non si può certo nascondere che questa prima stagione è servita come prova per provare l’impatto sugli italiani.

Dunque, lunga vita all’Italia e al nostro Top Gear!