lunedì 8 agosto 2016

Quando c’era il Jacarepaguá


5 agosto 2016. Tutto il mondo sta seguendo l’apertura dei 31esimi Giochi Olimpici, ospitati nella città brasiliana di Rio de Janeiro. Lo sport sarà protagonista per due settimane, dove atleti di tutto il mondo si daranno battaglia per la conquista delle medaglie olimpiche, tra le 2.000 circa disponibili.
 
Le attività olimpiche si divideranno in quattro zone (oltre ad altri siti al di fuori della città per il torneo di calcio) e, tra le più grandi, è quella di Barra, a sud-est della città e dove è anche situato il villaggio olimpico. Gli stadi e gli impianti si concentrano su una zona triangolare e bagnata dal Lago di Jacarepaguá, collegato all’Oceano Atlantico.

Così, un lembo di terra prende vita e regalerà sicuramente dei momenti di sport memorabili; eppure, già precedentemente erano stati impressi delle storie che molti non dimenticheranno e che non hanno dimenticato, perché lì viveva – sì, il termine è esatto – Autódromo Internacional Nelson Piquet, o conosciuto da tutti come Jacarepaguá.

Il circuito del Jacarepaguá, dopo i lavori del 1996.
Anche il Jacarepaguá venne costruito sopra a un circuito già esistente, l’Autódromo Nova Caledônia, costruito nel 1965 e aperto nel 1965. Il nuovo circuito venne completato nel 1977 e al progetto parteciparono pure il campione del mondo di Formula 1 Emerson Fittipaldi e Luiz Pereira Bueno. Da lì, la storia del circuito brasiliano si unì a quella del Circus iridato, ospitando dal 1978 al 1989 – saltando il 1979 e il 1980 – il Gran Premio del Brasile, valevole per il Mondiale.

Prima prova del campionato e sede di numerosi test pre-stagionali, il Jacarepaguá è stato molto amato negli anni a venire, offrendo una pista tecnica ma, allo stesso tempo, veloce, e con una cornice naturale affascinante, unite alle tante mongolfiere colorate che s’alzavano in cielo.

Il pubblico è stato l’altra cornice di spettacolo al Gran Premio: nel 1988 Ayrton Senna – in pole position davanti ai suoi connazionali – ebbe un problema sulla sua vettura prima della partenza e, per prender comunque parte alla gara, ricorse al muletto, cosa vietata dal regolamento. I commissari di gara non lo squalificarono subito, dato che il carioca stava regalando forti emozioni a chi stava assistendo la gara dalle tribune per via dei suoi sorpassi.

Ayrton Senna in azione con la sua McLaren-Honda al Jacarepaguá nel 1988.
Da ricordare anche il Gran Premio del 1981: l’argentino Carlos Reutemann vinse la corsa davanti al compagno di squadra Alan Jones, campione in carica con la Williams. Il problema fu che la squadra segnalò a “Lole” l’obbligo di far passare l’australiano, ma Reutemann s’oppose, dando inizio alla faida interna che portò, a fine campionato a Las Vegas, la vittoria al rivale Nelson Piquet.

Carlos Reutemann precede Alan Jones durante il Gran Premio del Brasile del 1981.
Purtroppo, nel 1990, la Formula 1 passò al circuito di Interlagos e il Jacarepaguá uscì dal giro internazionale, tornando poi nel 1996 grazie alla CART e a un ovale costruito appositamente, che modificò parte del layout del tracciato Grand Prix. Anche il Motomondiale tenne il suo Gran Premio nel circuito brasiliano, ospitato dal 1997 fino al 2004.

Il Jacarepaguá in occasione dell'evento della CART.
Con l’abbandono delle gare internazionali e la limitazione al solo campionato Stock Car brasiliano, si decise di demolire parte del circuito per lasciar spazio a degli impianti per i Giochi Panamericani e poi, quando fu ufficiale, la demolizione completa per i Giochi Olimpici.

Il Jacarepaguá demolito, nel 2012.
Fine terribile, seppur con onore, per un circuito che rimarrà per sempre nei cuori degli appassionati.

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