giovedì 5 maggio 2016

La presa in Giro (d'Italia) della RAI sul motociclismo


Non è passato inosservato il promo della RAI per il Giro d’Italia di quest’anno, che scatterà domani dai Paesi Bassi. Il tanto chiacchierato spezzone mette a confronto il motociclismo e, appunto, il ciclismo, elevando quest’ultimo nella vetta. La cosa ha fatto storcere il naso un po’ a tutti gli appassionati delle due ruote (col motore), animando anche molti esperti del settore.

Non facciamo giri di parole e andiamo diretti al punto: lo spot è assolutamente ridicolo e vergognoso, sporcando sia l’immagine dei cavalieri su due ruote che quella dei corridori che intraprenderanno il viaggio per tutta la penisola. Il ciclismo è tutta un’altra cosa: tipo di gara differente, mezzi diversi e molto altro ancora che rende le due discipline inconfrontabili.

Si cita nella pubblicità che i ciclisti sono senza tuta, ragazza con l’ombrellino, tifosi seduti comodamente in tribuna e che corrono incondizionatamente dal meteo che si ritrovano nel percorso. Se vogliamo proprio analizzare il tutto, i motociclisti hanno il bisogno della tuta, altrimenti possono dire addio a qualche parte del corpo o alla vita; i tifosi manco son molto più vicini ai loro idoli di quanto si creda e se avessero le doti di correre a piedi ai 300 all’ora sarebbero sempre al loro fianco. Infine, vorrei ben vedere qualcuno correre alla velocità citata prima con una superficie pari ai campi di calcio saponato (e ci è scappato anche il morto qualche anno fa).

Il ciclismo è uno sport bellissimo e affascinante, però evitiamo di paragonarlo a qualcosa che non centra assolutamente nulla. Alla fine chi ne esce peggio è lo sport che si voleva elevare a superiore ed è un peccato che la RAI non l’abbia capito. Forse l’avrà fatto perché ha perso in buona parte anche la Formula 1 per colpa di Sky, detentrice del Motomondiale? Chissà…

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